Maiori fu edificata nel IX secolo dal principe salernitano Sicardo
col nome di «Rheginna Major» per distinguersi dalla limitrofa
città di Minori, detta «Rheginna Minor». Entrambe
mentennero tale nome fino all'inizio dell'epoca della nominazione
Sveva, e successivamente persero il vocabolo « Rheginna»,
che derivava dal nome di due fiumi, uno più grande ed uno
più piccolo, i quali anche successivamente continuarono a
denominarsi Regina e Reginella, mentre col passar dei secoli le due
città presero i nomi di Maiuri e Minuri. Possedimento di Amalfi
e compartecipe della sua storia, Maiori resistette per qualche tempo
alla resa di Amalfi ai normanni. Fu saccheggiata nel 1268 dai Pisani,
rivali della Repubblica Amalfitana. Ebbe una fiorente marina mercantile
e fu in grado di costruire navi di grande portata nella propria lunga
ed ampia spiaggia. Maiori, decimata dalla peste del 1656 che ridusse
la popolazione a 700 persone, nel 1852 contava 4891 abitanti. Il
26 ottobre 1954 la zona centrale dell'abitato subì l'alluvione
e la copertura del Reginna Maior esplose provocando il crollo di
numerose case adiacenti. Come scrisse Roberto Pane il nubifragio è servito
come pretesto per una massiccia speculazione di «seconde case»,
invece di costituire una doverosa sistemazione idrogeologica della
zona. La cittadina si distende in una bella pianura, confinante a
settentrione con Tramonti, ad oriente con Minori, ad occidente con
la valle Arsiccia ed a mezzogiorno con il mare. Era circondata e
difesa da mura e torri, che vennero costruite a cominciare dal IX
secolo e i cui resti si intravedono in molte parti della cittadina.
Sulla collina del Ponticchio sono i ruderi del castello di San Nicola
che, costruito sotto il Piccolomini nel 1468, costò alla città circa
6000 ducati. Ha la forma di un poligono irregolare con otto torrioni
ed occupa una superficie di oltre 7500 metri quadrati.
Si ringrazia il prof. Adriano Caffaro per la cortese collaborazione